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In preparazione al Viaggio della memoria le classi 4^D e 4^C del Liceo Classico Ariosto hanno visitato la Sinagogaa di Reggio Emilia, in cui è stata allestita, a cura dei ragazzi delle classi V° A e V° B dell’istituto Blaise Pascal di Reggio Emilia, una mostra di opere grafiche create durante il progetto "Nati sotto lo stesso cielo", promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con la Fondazione Mondinsieme.

 

Lo scopo della mostra era di "invitare a momenti di riflessione e contribuire a rendere i diritti umani universali un vero patrimonio vissuto della nostra comunità", come si apprende anche dal sito di Istoreco.

Immagini grafiche incentrate sul tema della cittadinanza conferita a persone straniere hanno rappresentato il cuore della mostra all'interno della Sinagoga, un luogo simbolico per riflettere ogni giorno di più sull'importanza della diversità e della convivenza di diverse religioni, provenienze, modi di pensare che, se basata sul rispetto, può solo portare a un futuro migliore.

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Storia della comunità ebraica

La storia della Sinagoga e della comunità ebraica è da sempre molto radicata nella città di Reggio Emilia che vede risalire al XV secolo il periodo nel quale le prime famiglie ebree ottennero dal Senato di Reggio il permesso di insediarsi nella nostra città, per esercitarvi il prestito di denaro ad interesse, attività all'epoca vietata ai cristiani, e molti si dedicarono al commercio di seta e tessuti.

Diverse furono le ondate migratorie che accrebbero la comunità già radicata a Reggio, come la cacciata degli Ebrei Sefarditi dalla Spagna, avvenuta nel 1492. 

Fu la Duchessa Laura Martinozzi, vedova del duca Alfonso IV, sollecitata dalla bola papale “Com nimis absurdum" di Papa Paolo IV del 1555, a disporre che gli ebrei reggiani venissero obbligati a risiedere nelle vie San Rocco, Caggiati, della Volta, dell'Aquila e Monzermone:

E risale al 1673 la nascita del Ghetto, quando circa 885 persone vennero costrette a trasferirsi e vivere nella "città nella città".

Con l'arrivo di Napoleone in Italia e la creazione della Repubblica Cispadana vennero abbattuti i portoni del ghetto e l'obbligo di risiedervi. Ristabilito il governo estense, il duca Francesco IV ordinò la ricostituzione del ghetto, ma senza il ripristino dei portoni. Il Ghetto fu definitivamente abolito nel 1859 e durante il Risorgimento numerosi ebrei reggiani parteciparono ai moti e alle guerre per l'unità come Ulderico Levi, senatore del Regno e finanziatore di opere pubbliche in città come restauro del Teatro Ariosto.

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Con l’avvento del fascismo 10 ebrei reggiani salirono sullo stesso treno di Primo Levi e il 22/febbraio/1944 iniziò il loro ultimo viaggio; destinazione: Auschwitz, dove troveranno la morte. Finirono tutti nelle camere a gas.

Storia della Sinagoga

Nel 1669 venne soppressa la principale Sinagoga cittadina, che sorgeva presso la chiesa di San Giovannino.

Nel 1755 venne commissionato un nuovo Aron ( che oggi si trova presso un oratorio ad Haifa, in Israele ) allo scultore Agostino Canciani: si trattava dell'elegante tabernacolo ligneo destinato a contenere il Sefer Torà (rotolo della legge).

Dal 1849 al 1858 si procedette alla ristrutturazione della Sinagoga e il progetto venne affidato al reggiano Pietro Marchelli.

La Sinagoga, reduce dei bombardamenti, non è più adibita al culto ebraico ma rimane un simbolo della comunità ebraica di Reggio Emilia anche in memoria dei Reggiani deportati che mai tornarono in città e lasciarono un importante vuoto all'interno della cittadinanza.

Debora Zanni, 4C classico