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La delegazione dell'"Ariosto-Spallanzani" con il Presidente MEP Italia, Davide Targa

Nella prestigiosa sala affrescata di Palazzo “Mosti”, sede della facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, nei giorni 12, 13 e 16 marzo si è svolta la Sessione Regionale 2018 del MEP. Nelle parole del Presidente, Alberto Navilli, che ha aperto i lavori, si è avvertita da subito l’appassionata difesa della UE, intesa come spazio di appartenenza, come attiva tutela di libertà, democrazia, pace, che ha ottenuto nel 2012 il premio Nobel proprio per aver veicolato, nel tempo, questi valori, in cui hanno creduto i suoi padri fondatori. Al tavolo della presidenza si sono avvicendate diverse personalità.


 Il Preside Donato Selleri del Liceo “Roiti”, scuola che ha concesso ai nostri studenti una calorosa accoglienza, anche concreta, in quanto sono stati ospitati, per una sera, da famiglie ferraresi, convinto del grande valore formativo e di crescita individuale di questa esperienza, ha visto i ragazzi del MEP proiettati nel futuro, per l’investimento che il paese fa su di loro, in una prospettiva di speranza. Nel suo discorso ha sottolineato che questi giovani, del nuovo millennio, sono privi della conoscenza degli ultimi cinquant’anni di storia, che hanno fatto seguito alle due guerre mondiali. La prima è stata una guerra di “sovranità”, che ha comportato milioni di morti, premessa alla seconda guerra, che ha causato decine di milioni di morti, ma tra i civili. Se i nonni e i padri hanno combattuto una guerra, ci si augura che questi giovani non debbano combatterne un’altra. 

L’Europa ha ripensato la geopolitica in una dimensione nuova; è vero ci sono ancora molte criticità in essa, manca una politica estera di sicurezza comune, ma questa tematica non è affare dei popoli, bensì dei governi che, a fatica, cedono il passo alla UE, nonostante qualche spiraglio si lasci intravvedere. Questi sono processi lunghi e, per smentire i detrattori della UE, che ci allontanano dalla democrazia, occorre mettere in campo un antidoto. Questi delegati, nel loro “gioco” di ruolo, innescano un circolo virtuoso, volendo riproporre con le loro risoluzioni e le loro riforme, un’autentica Europa dei popoli. Impersonando giovani parlamentari, acquisiscono categorie per interpretare, comprendere e reinterpretare la realtà, dotati di strumenti di cittadinanza consapevole. 

E’ poi intervenuta la Prof.ssa Cristiana Fioravanti, docente di diritto dell’Unione Europea dell’UNIFE. Anche in questo intervento è emerso il rischio reale che sta correndo l’UE per la presenza di partiti sovranisti che sentono l’Unione desueta, stantia, come un laccio da cui liberarsi. Ne è un esempio il recesso del Regno Unito.Ma essere chiusi in una piccola realtà non fa crescere. 

All’origine della CEE, nel 1957, erano pochi i parlamentari designati dagli Stati, c’era un deficit democratico, in quel periodo. Allora il Parlamento europeo era debole, aveva potere solo il Consiglio dei ministri, ora, con i rappresentanti che vengono eletti, il Parlamento legifera insieme al Consiglio. L’anno prossimo i cittadini saranno chiamati a rinnovare il Parlamento europeo e ci si dovrà confrontare con partiti euroscettici. Occorre mandare parlamentari preparati. L’UE è un club esclusivo per cui, se si vuole farne parte, si devono condividere valori comuni di giustizia e libertà, affinchè questi non vacillino di fronte a proposte demagogiche che considerano le norme dettate dall’UE in modo distorto. 

Siamo reduci da una campagna elettorale dove, per sbaragliare gli avversari politici, sono state urlate promesse mirabolanti, non sono mancati gli insulti, abbiamo assistito alla rivendicazione dei diritti individuali, quasi distaccati dal contesto collettivo. 

Il MEP, al contrario, nega la prevaricazione, è un facilitatore di competenze democratiche, forgia la coscienza critica, insegna il rispetto delle regole, in uno sforzo concentrico in cui il “noi” viene assunto come nuovo lessico nelle relazioni.  Mai deve assopirsi la fiducia in un’Europa unita, ma ricordarsi che questa costruzione non è un dono, né una fatalità. E se i nostri delegati impareranno ad essere protagonisti della loro storia, potranno diventare loro stessi attori di cambiamento in questo senso.

La referente del Progetto MEP

Prof.ssa Patrizia Paini