E’ con grandissimo piacere che sabato 4 Febbraio abbiamo accolto la disponibilità di una visita da parte della nostra ex studentessa Valentina Codeluppi, in Italia per un breve periodo. Valentina, diplomatasi nel 2007 nel corso C della sezione classica, ha infatti accettato volentieri di confrontarsi con le classi del biennio del nostro liceo per raccontare la sua intensissima esperienza di studio e di lavoro.
Valentina ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’università di Trieste, sede di Gorizia. La sua tesi di laurea magistrale sul processo di riconciliazione in Ruanda, seguita da ulteriori ricerche sul campo, è diventata un libro: Le cicatrici del Ruanda. Una faticosa riconciliazione (Emi 2012), in cui analizza i diversi strumenti e approcci giuridici utilizzati, cercando di metterne in luce forze e debolezze e concentrandosi sul confronto tra giustizia punitiva, riparativa e tradizionale. Ha svolto un anno di servizio civile in Madagascar lavorando su un progetto di sostegno alimentare e scolastico per minori vulnerabili e lavoratori ; ha poi intrapreso un Servizio Volontario Europeo in Tanzania su un progetto di promozione dei diritti femminili e lotta alla violenza di genere: ha lavorato per differenti agenzie delle Nazioni Unite: in Etiopia con UN Women occupandosi del miglioramento e promozione del ruolo delle donne nelle situazioni di conflitti e post conflitto e in Repubblica Democratica del Congo con UNICEF occupandosi di educazione e prevenzione dei rischi legati ai resti esplosivi di guerra e di lotta contro le violenze sessuali in situazione di conflitto e urgenza. Ad oggi, alcune ore dopo il nostro incontro, Valentina è in procinto di partire di nuovo, ancora per il Congo, con l’ong americana Mercy Corps per occuparsi dell’integrazione e promozione dei bisogni e dei diritti delle donne in diversi programmi di sviluppo economico locale, assistenza alimentare, accesso all’acqua e ai servizi igienici.
Per due ore, nel frattempo, ci ha condotto per mano nel suo mondo, l’Africa, un mondo che spesso molti di noi incrociano nella letteratura o attraverso le notizie internazionali, ma che è difficilissimo cogliere appieno, per carpirne i segreti, le criticità, la bellezza e le contraddizioni. Ci ha anche svelato un punto di vista critico e personale rispetto ad un lavoro faticoso ma ricco di emozioni, che tendiamo a considerare “eroico” oppure “romantico”, o del tutto “sventato”, senza in realtà conoscerne le sfaccettature.
Valentina ha sottolineato l’importanza della propria formazione, la predilezione per gli sudi classici, la storia, la filosofia, la geografia e l’educazione civica, come occasioni di apertura mentale , esercizio di curiosità e stupore, come pratica di profondità. Con il tempo ha maturato anche interessi linguistici particolari, che l’hanno condotta alla grande sfida dello Swahili, lingua-ponte fra il sé e l’altro, spesso considerata “inutile” e alla quale molti dei suoi colleghi continuano a preferire le lingue “franche” come l’inglese o il francese. Perché lo Swahili? Perché molto presto Valentina si è accorta che la dimensione “dell’aiuto” non è così semplice o trasparente come potrebbe sembrare. I bianchi non sempre sono accolti bene: hanno più possibilità di essere curati in caso di epidemie, di essere evacuati prima e meglio dei nativi dalle zone di guerra o in caso di cataclismi e il retaggio coloniale contribuisce al permanere di una barriera che e’difficile da abbattere. Entrare in contatto con loro attraverso la lingua, la condivisione, attraverso “la vita”, ha significato per Valentina la comprensione profonda del proprio ruolo. Le difficoltà, poi, non sono solo di carattere relazionale o emotivo; dal punto di visto logistico ed organizzativo i rapporti con gli Enti donatori non sono sempre di facile soluzione: spesso “il dono” è vincolato a determinati fini prestabiliti, magari non primari o urgenti e lo sconforto di essere lì e non poter decidere cosa fare in quel momento e per quel problema aggiunge criticità a criticità, ma rende anche l’occasione della disponibilità delle risorse una gioia immensa, creando una percezione molto più netta di cosa significhi con-dividere.
Un grazie a Valentina per aver condiviso tutto questo con noi.